Saturday, August 14, 2010

Simonetta Vespucci: l'incantatrice di Firenze?


Ell'era assisa sovra la verdura,
allegra, e ghirlandetta avea contesta
di quanti fior creassi mai natura,
de' quai tutta dipinta era sua vesta.
(Poliziano, Canti per la Giostra di Giuliano de' Medici, 1475)



Quando si affronta il rinascimento a scuola si parla naturalmente di Firenze medicea, di Lorenzo il Magnifico, di Angelo Poliziano, ma anche di Giuliano de' Medici e della sua prematura morte (a soli 25 anni) durante la congiura dei Pazzi.



Ma per solleticare la curiosità degli studenti come non parlare della donna più amata e desiderata del Rinascimento: Simonetta Vespucci. Ritratta continuamente da Botticelli e inserita nelle sue opere più famose (come La nascita di Venere qui sopra), ed esaltata da numerosi componimenti poetici di Poliziano e Lorenzo il Magnifico, era la sposa di Marco Vespucci lontano parente di Amerigo Vespucci (primo scopritore dell'America).

Era considerata la donna più bella di Toscana e su di lei fiorono numerose leggende e dicerire. Quasi certo che fu l'amante di Giuliano de Medici, che nacque in Liguria a Portovenere, e forse la località prese il nome proprio da lei, la Venere Moderna.
Si diceva addirittura che la sua bellezza compiesse miracoli e guarigioni inattese.
Al mito del "La sans pareille" (come i contemporanei chiamavano Simonetta) contribuì sicuramente la sua morte prematura. Simonetta morì a 22 anni di tisi.

Si narra che Giuliano fece di tutto per salvarla dalla malattia, e addirittura la leggenda vuole che tentò di farla diventare un vampiro per darle vita eterna. Questa intrigante versione è ripresa anche Salman Rushdie nello stupendo libro L'incantatrice di Firenze , ed alcuni brani possono essere proposti anche in classe.

Guiliano morì due anni dopo, e Botticelli non si stancò mai di ritrarla anche dopo la sua morte (qui sotto l'inquietante ritratto postumo, forse fatto con la maschera mortuaria come modello). L'artista per onorarla espresse la volontà di essere sepolto ai suoi piedi dopo la sua morte.


Sicuramente la morte di Simonetta fu considerata da tutta Firenze come un triste presagio, l'inizio di una lenta decadenza che avrebbe avuto fine solo quando una nuova Simonetta fosse nata nella città.

Forse Firenze la sta ancora aspettando.....

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