Friday, July 09, 2010

Petrarca e lo schermo (dell' iPod)


Ho fatto un esperimento che farà storcere il naso ai filologi ma ha dato buoni "frutti didattici".

Non sapevo come motivare i miei studenti allo studio di Petrarca, un autore che sembra così lontano da loro.

Li ho così convinti a sperimentare a gruppo una riscrittura di qualche sonetto in chiave moderna. Gli unici vincoli erano quelli di mantenere le due quartine e le due terzine, possibilmente rimate, e i nuclei tematici inalterati.

Dopo un'iniziale diffidenza (c'è sempre...della serie "Lei Prof. è pazza!) i ragazzi hanno colto il senso dell'operazione e si sono divertiti utilizzando ironia e creatività.

Il sonetto "Solo et pensoso", in cui Petrarca si rifugia in luoghi naturali per pensare alle sofferenze d'amore e nascondersi dalla vista di altri uomini, è diventato una poesia che descrive la solitudine ricercata in luoghi impersonali come i centri commerciali, lo shopping e la tecnologia come sfogo ("altro schermo non trovo se non quello dell' iPod").

Mentre l'arcinoto sonetto 90 che ricorda la sfolgorante bellezza di Laura e la sua trasformazione, è diventato un sonetto in cui l'innamorato è sconcertato dalle improbabili trasformazioni della donna amata, forse dovute alla chirurgia estetica.

L'esercizio li ha costretti a leggere e comprendere i sonetti orgiginali, entrare nel meccanismo della poesia ( aprire il gioco e osservare gli ingranaggi) e usare la lingua per ottenere risultati espressivi convincenti.

Tuesday, July 06, 2010

Chi mente di più?


La cosa che non è sempre chiara ai ragazzi è che la letteratura (e ogni altra arte, ...e qui si dovrebbe aprire un altro post) non è mai la realtà, è sempre rappresentazione, finzione, artificio.

Alla domanda chi è più artificioso : Manzoni o Verga? D'Annunzio o Saba?
La risposta di solito è Verga, con la rappresentazione fedele della realtà rurale, e Saba con il lessico colloquiale e semplice.

Io per spiazzarli faccio questa domanda.
Io mento di più se dico di avere trovato per strada una banconota da 50 euro o una somma ingente di denaro?
Io mento di più se dico di avere trovato i 50 euro, perchè la mia è una bugia più plausibile, è una bugia che inganna maggiormente l'interlocutore.

Questo avviene anche in letteratura Saba e Verga, non ci mentono meno di Manzoni e D'Annunzio. Anzi, dietro alle loro "bugie letterarie" c'è un lavoro maggiore, uno studio maggiore per arrivare o ad eclissarsi o ad una semplicità densa di significato.

Monday, July 05, 2010

Montale e le scale





Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
Le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
Non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Struggente questa poesia di Montale contenuta in Satura (il titolo deriva da satira, il nome dei genere che a sua volta deriva da satura lanx, un piatto ricco di pietanze diverse).
La poesia è dedicata alla moglie. Ma cosa sono queste scale: le avversità della vita, i piccoli ostacoli, le difficoltà. Certo il valore simbolico delle scale è chiaro, ma per fare capire il valore del correlativo oggettivo ai ragazzi occorre chiarire che le scale sono una prassi nella vita dei liguri.

Solo chi è stato in Liguria, nelle Cinque Terre può capire che le scale sono una realtà quotidiana, sono sì le grandi sfide della vita ma anche i gesti reali di una giornata. Questi territori arroccati vicino alle catene montuose sono stati strappati alla asprezza della montagna attraverso i terrazzamenti, e quindi da qui le scale e le salite.

Come il rovente muro d'orto anche le scale erano una consuetudine nella vita di Montale.

Ed è facile ora, per me e per i ragazzi, immaginare due anziani coniugi che si sorreggono l'un l'altro in un piccolo paesino ligure.